il braccio arcato come gota vermiglia
la sua curva è mosto poietico di spuma ebra
danzare l’esserci è tracciare geoglifi di tessuto temporale
mentre dietro l’universo il pensiero silenzia i ginocchi in oro
e dalla luna posso vedere la neve -in pianta- danzare immota
sembra che pensi di esserci sempre stata!
io sono la curva di leggiadria in cui nacque la prima nevicata del mondo
un danzatore-poeta che materia i gomiti agli arcangeli ebri
allora davanti all’ala ho inverato il dorso di dioniso sciente
e subito ne ho ubriacata la vita davvero!
quando principio una danza è dove nasco scalzo
come neve increata che snuda l’eterno
André Che Isse