se allungo il respiro il fiato mi batte la curva della nuca
esondandomi a leggiadria i pensieri inaurati
c’è la-misura-sciente-dell’anima che curva l’eterno
come s’arca il guardo affatturato dai fiori vermigli
da piccolo avrei desiderato diventare il più folle eccentrico
poi arrivò il mio turno di essere-e-basta
ecco allora ostendersi una vita che non ha bisogno di narrarsi
è il cucito stesso dei fiori la curva eudemonica
il mondo ha già inventato tutto ma non quello che può essere il tuo dna!
se soffio sull’entropia posso giungere all’inizio del mondo
ma cos’è che conta veramente per sé se non la velocità della luce immota nell’iride
e poi m’innamoro di poiesi ogni volta che si danzi i ginocchi scalzi scienti sui meli
André Che Isse