accade ai fiori scalzi
un gesto ebro muto buccinatore d’argento
ed eccomi alle crome dell’esserci ignudo
m’aggeggio d’elisio su ginocchi sciroppati di sole
argomentato millanta di ali
albergarsi d’infinito
arrovesciare l’anima per mirarla
appenderne la pelle alle pareti per caderci dentro
se dal nulla posso pensarmi addosso in psicostasie orizzontali
allora sarò nascita nuova ad ogni fendente d’iride
seità contrappuntata a comete di fuoco
sino alla fine elisia del dissenno nadirale
André Che Isse