posso curvare il braccio per accogliere il primo bacio del mondo
lo stesso che nacque dietro l’universo tra le gote di un dio ebro
del resto ogni primo passo nel giorno è danza a talloni scalzi
pensiero in essere nadirale al cuore della terra
tolgo il narrabile dalle dune così che rimanga curva nuda
tolgo il narrabile dal feriale così che rimanga io e l’universo
ma c’è un sapore denso tra labbra e notte: aria materiata in essere
tanto che l’antro della bocca ne alberghi bosoni d’amore
allora eccomi in un letto di tulipani bianchi a piccole striature cremisi
sono rari come un pensiero tra galassie increate prima che nascessi
in ogni momento sono idea in essere
proprio quella uguale alla mia stessa materia curvata dal braccio
André Che Isse