si prenda un’idea e la si lanci dietro l’universo come sasso piatto sull’acqua
mentre dal talamo si coltivi pieghe di luna
mentre dal talamo si coltivi pieghe di luna
ora, se m’arco d’ebbrezza sul lato più lungo del fiato
potrebbero i ghiacci curvarsi a pieghe barocche di lino
perché l’eterno è la prestezza minima, il passo più corto dell’anima
e la coltura del silenzio è dove si muove il tempo
i ginocchi per salire i ciliegi devono esserci omerici
a patto che si disocculti ogni seità vermiglia
e quando il piacere attraversa scalzo la passione
si contrappunta l’elisio al gaudio
tanto che girotonderò auriga sull’orizzonte degli eventi
fino a mille per mille attraversamenti di cruna increata
André Che Isse