soppeso sui palmi l’alma con cura aulente
che per contatto d’esserci forgi idee appetite
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e con le dita allora danzo nappe di nubi ranciate
con cui possa polire il disio tra le tue scapole icarie
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e pingerle d’argento allunato scalzo prima di vestirle di fiori
allora sì che sarai la volontà di potenza di un fiore!
quando ranciato si curverà di mille albe
tra il sorriso del sole e l’amore
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discesi l’ipotenusa dell’ebbrezza senz’ali per togliermi il fiato!
così che nel sole il dorso scintillasse più apollineo
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ebro quel gesto che principiò il mondo dalla luna
tanto quanto la mia curva del braccio emulata dai fiori sugli alberi capovolti
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André Che Isse