se prendo questo momento tra le mani posso camminarci dentro
più vero del più magnifico dei sogni, così per ogni adesso qualunque!
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ho eretto ziqqurat d’inchiostro senza staccarne il calamo dal foglio
torno torno i bracci nei fiori dell’oro noumenico, ubriaco di lune!
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così ho imparato il miele nell’atomo e la curva in bocca
coi ginocchi gnomoni sui girasoli icosaedri ignudi
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una passacaglia scalza d’esserci in elisio
per cui modellai vasi in folio per mescervi i silenzi
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i silenzi di festa che parimenti siano al Barocco
in cui danzo come kouros immoto su palco dietro l’universo
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e se mai un dio fosse il mondo, dal silenzio l’alba
quando i ginocchi primi friniscano alle stelle mute sui meli
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André Che Isse