ausculto lo spazio come attimo infinito
il pensiero può curvare i ciliegi di giallo van gogh
sarò sempre dove le fragole cadono dagli alberi
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allora irraggiarsi per mirare l’aseità nelle nubi
sarà un acero vermiglio tra labbra garrule di fragole
tanto che d’ebbrezza n’esondo materia d’alma
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per amare devi avere un cesto di stelle fresche
labbra ad angolo di luccicanza
ed esserci sulla luna a raccoglierLe il guardo
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quando attraverso il sole scalzo nell’oro
l’ipotenusa dei bracci è pari al lato più lungo del fiato
tanto da divorare la sostanza del gaudio come ciambelle
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André Che Isse