Gli alberi di fragole

André Che Isse

LE MACHINE EUDEMONICHE 9^ :

“Gli alberi di fragole”

La Curva Ebra dell’Haiku,

studio 43° : 38° fiore d’erbario

studio 44° : 39° fiore d’erbario

studio 45° : 40° fiore d’erbario

34,5 x 100 cm

tempera da muro su A4 di carta velina invecchiata,acrilico,carboncino,nastro carta,vernice lucida finale

febbraio 2022

OPERA RETROILLUMINATA

ESONDO EBRO DI SOLI GIALLO VAN GOGH

ausculto lo spazio come attimo infinito

il pensiero può curvare i ciliegi di giallo van gogh

sarò sempre dove le fragole cadono dagli alberi

*

allora irraggiarsi per mirare l’aseità nelle nubi

sarà un acero vermiglio tra labbra garrule di fragole

tanto che d’ebbrezza n’esondo materia d’alma

*

per amare devi avere un cesto di stelle fresche

labbra ad angolo di luccicanza

ed esserci sulla luna a raccoglierLe il guardo

*

quando attraverso il sole scalzo nell’oro

l’ipotenusa dei bracci è pari al lato più lungo del fiato

tanto da divorare la sostanza del gaudio come ciambelle

*

André Che Isse

ALBERI DI FRAGOLE

ho messo le dita nella luna come si fa col miele
e illeggiadrito di gesto ho danzato la curva della notte madido di marzapane

del resto non è forse la poesia golerie d’alma?!
la tenerezza della Terra spalmata sulle gote enfiate come bolle adamantine

così arai la sabbia dorata di pensiero distillato in giulebbe
con frutte raccolte da alberi di fragole ebbre

oh com’è dolce il sapere invecchiato nel pozzo dove cadono le lune!
quando il vero sui rami lumeggia di stelle

sali allora ad afferrar la luna! ma non tra i sogni, là invece dove il guardo è amore
ecco, due cucchiai d’eterno e uno di cuore mantecati a eclittica dionisiaca

ogni volta che indico la luna ci cado dentro scalzo
e mi ritrovo in piedi nudo di universo coi baci lordati rosso fragola

André Che Isse

L’ULISSIDE

si nasce nudi in segreta di fiori con braccia d’universo
e il primo passo sarà per sempre qui ora e solo un altro per l’infinito

col fiato e saliva posso tessere filidarianna ma uno solo per uscire dall’universo
nel tascapane ho trovato le stelle e la punta del mio gomito è quella di cometa

i miei talloni entrano nella luna come nel sesso di un angelo
e quando apparecchio il dorso allunato posso inventare sogni prima del mondo

ho labbra per baciare nubi e occhi per innamorarmi di te
ma nel pensiero c’è il pensiero e ci arrivo salendo sull’albero di fragole

le raccolgo in un cesto da giardino come idee rubino ardenti
e mi piace crearle da me prima che nascano nel mondo da sole

eccomi dunque ebbro nocchiero sciente sull’ipotenusa dell’estasi danzante
fragile d’uomo m’adamantino artefice d’immenso

André Che Isse