
Scrivo per l’imperiosità d’Essere
Dipingo per inverare la Bellezza
Danzo per curvare la Leggiadria

il corpo: LA DANZA
la mente: LA SCRITTURA
l’anima: LA PITTURA

Creo per vedere la mia anima!
Per inverarla,incarnarla:
perché possano vederla le stelle.
Come un michelagnolo che tolga materia
per dissequestrare la forma dalla sua segreta:
così creare è per me togliere il reale per il Vero.
Danzo per ostendere l’essere;
Scrivo per sdipanare il filodarianna,sdaziandone pensiero;
Dipingo (o tesso scultura) per possedere la Bellezza.

Una corda,un filodarianna,cucita sulla tela per disegnare la mia danza,la mia ricerca di danzatore e coreografo contemporaneo.
Danzare la Vita come dipingere i pensieri inaurati.
E vivere nella trasparenza dell’Anima con il Cuore sul palmo.
Non so vivere se non su cavalli di vento.
Destarsi e muoversi tra la leggerezza delle intenzioni,e l’aria appena nata.
Conosco il cammino delle stelle,la traccia profonda nella schiena virile,
i ginocchi sulle labbra assetate ebbre.
Non so vivere nell’indifferenza poetica,il mio fiato è di seta.
Sono un acrobata in equilibrio sul raggio del sole.
Non so vivere fuori dalla leggiadria dei gesti.
Abbraccio il Tempo che tesso nella sua Cruna.
Supino nella notte muta con la bocca stivata di cielo,ausculto i sogni.
Ebbro molecolare di Vita.

Ho creato una danza di immagini pittoriche ricercando nella plasticità del corpo e nel disegno geometrico degli arti.
Dopo sedici anni ho sentito la necessità di fissarne il pensiero sulla tela. Trovai una tecnica che rappresentasse il tono muscolare del corpo: corda cucita su tessuto intelaiato,che mi permettesse di rilvelare la plasticità coreografica nella sua materia e nel suo geometrico perimetro di filo.
Un filo d’arianna che annoda e tesse la mia danza alla tela:
PLASTICITA’
come gesto d’oracolo;
GEOMETRIA
come prima costruzione del mondo;
MATERIA
come corpo d’uomo.
In principio il movimento si fissò sulla tela come labirinto di corda aggettante,preparando le prime forme astratte,utero da cui sarebbero usciti,all’inizio del nuovo millennio,i primi Danzatori in bassorilievo di corda cucita su tessuto antico.
I miei Danzatori su tela sono la proiezione della mia danza,del mio pensiero plastico,dell’uomo Libero di danzare la Vita.
In seguito i Danzatori si accesero:
la luce posta dietro alla tela disvelò l’anima,manifestando il ‘labirinto’ dell’Artefice. Labirinto come percorsi molteplici di filo in una costruzione geometrica,un’architettura vista in pianta,stanze infinite della mente in complesse connessioni,sinapsi,come punti di fuga in un quadro rinascimentale.
Due opere diverse in una stessa tela:
con la luce davanti,di taglio per aggettarne il rilievo di corda,esce la scultura essenziale e monocroma del danzatore; con la retroilluminazione traspaiono le trame delle pennellate coniugate alla costruzione di filo; la visione diviene epifania,apparizione,inveramento del gesto pittorico,anima e pensiero inrecciati allo sguardo.
E’ una trasmutazione alchemica:
dalla Materia-Bassorilievo di corda all’oro della luce,come disvelamento dell’anima,proiezione dei pensieri.
André Che Isse

”L’arte della danza e della pittura viaggiano all’unisono nell’immaginario di André Che Isse che del culto del corpo e dello spirito ha fatto la sua missione. Non esiste un momento di inizio, piuttosto un principio, un modus vivendi che rappresenta il suo stare ed essere al mondo. Un universo dove la comunicazione con il corpo, con il pensiero e con il segno è completo fino a quando il movimento della mano passa dalla raffigurazione alla grafia. Il tutto con una semplicità enfatizzata dalle sue stesse scelte pittoriche: iconografia del corpo umano.
La danza l’acquisisce attraverso la tecnica tersicorea ‘Classica’ da maestri quali Jozo Borcic, Robert Strajner, Deborah Weaver, René Lejeune.
Per circa 16 anni svolge ricerca sulle qualità del moto, sulla plasticità del corpo, sulla geometria degli arti e delle direzioni nello spazio acentrico, in fieri ad architetture coreografiche di matrice Astratta.
L’approccio pittorico comincia nel 1995 con tecniche miste fino a connotare il suo percorso artistico con una specifica tecnica che coniuga la danza con l’arte figurativa.”
Melina Scalise
