Sir Edran his Galiard

L’affissava come chiunque avrebbe fatto di fronte ad un incantesimo.
I piedi scalzi allunati,Edran di fronte a Nausicaa,gli piaceva immensamente la doppia ‘a’ in fondo al suo nome ulisside,se ne stava ritto e ammutato come un giovane albero che ancora deve capire che non si muoverà,per sempre,da dove è nato se non con le braccia dei rami,mani invisibili che crescevano nella direzione di Nausicaa,che seduta sull’erba dell’estate,le mani a lisciarsi la lunga chioma di seta,rinasceva dagli occhi di Edran ninfa del suo desiderio eterno.
Avrebbero potuto assolarsi mille estati senza che Edran le avesse tolto l’amore del suo sguardo di un sol battito di ciglia: un Colombo che sbarcasse sulla terra così bramata ed ora immobile nell’incredulità dell’inveramento: i ginocchi nella terra del suo nome.
Seduto sul suo albero fatto di pensieri,Edran la mirava,assieme all’amore,come un astronomo che avesse appena scoperto una stella nuova,mai vista da occhio umano,la sua stella ora,perché nessuno mai si era preso cura di quel puntino lontano lontano nell’universo buio.
Da subito ne aveva riempito un taccuino pregiato,quello che da anni si tiene in serbo per l’occasione speciale,lo aveva con cura aperto alla prima pagina dandone la stura come al vino più prezioso del mondo,e con l’inchiostro più nero dell’universo aveva scritto il suo nome: Nausicaa.
Aveva scelto la sua scrittura più bella,lenta e tersicorea,musicata tra le ‘a’,e svettante da subito in quella N che saliva al cielo tracciando una linea curva sul primo foglio odoroso come il primo volo d’airone sul mondo; quando lo acquistò durante un viaggio in oriente,oltre i confini calpestabili,sentendone a prima vista l’unicità del suo compito futuro,lo aveva cosparso di cedro tra le pagine,l’essenza amorosa per Edran.
E dopo il suo nome,NAUSICAA,la sua scrittura d’attenzione entomologica si era stretta in società con l’amore:
al desiderio riddante come mille Gagliarde d’Edran,si univa lo studio dettagliato delle sue singolarità,quelle che fanno di una persona il suo DNA visibile:
come Nausicaa camminava scalza sull’erba e come invece avrebbe camminato mai sicura tra le case del mondo; come le mani sospese in una leggiadria iconico-rinascimentale magnifica divenivano a tratti scattose e iperboliche; come al suo sorriso leonardesco di madonna si alternavano smorfie deliziose da monella irrequieta da cinematografia del muto; come d’improvviso cangiava da bimba d’altalena all’uggia tenebrosa; e come riuscisse a passare da un’estrema invisibilità alla principessa del ballo,quella che entrando ammuta il cosmo tutto in un silenzio epifanico di maraviglia.

André Che Isse

TRE FIORI DI LOTO SACRO IMPARADISATI SOTTO LA LUNA

CAPITOLO I

La sua chioma lucente cioccolato della notte si stagliava dalla federa nera per realità,era così vera da far impallidire i sogni quelli creduti reali,vivida fronde nata dietro la luna.
Edran poteva raccogliere intere notti a guardarla luccicare:
lui sentiva il fondo dei suoi occhi chiusi dal sonno come mille giardini d’estate,
la inseguiva tra i fiori di loto sacro,come fosse una regina dell’antico egitto scolpita nella pietra del suo folle amore.
E Nausicaa dormiva.

La scena potrebbe essere pensata dallo scrittore nel suo letto nero,una zattera dietro l’universo:
dove il pensiero è l’universo stesso,o forse dove scavallano le anime libere dal corpo.

Edran spesso si domanda nel cesto dei suoi stupori dove vada Nausicaa mentre lui la guarda dormire:
”Dove sei mio amore? quali luoghi stai albergando mentre ti vorrei baciare la nuca fino ad affogarne le nari?”

Ma anche quelll’attesa di nascita amorosa,l’alba di Nausicaa,colorava il cuore di Edran come le gote di un monello che per la prima volta salisse sull’albero più alto della sua estate più incantevole.

Qui,ora,un dio o meglio un angelo potrebbe avvoltolare le due teste d’amanti in una seta oltremare,stretti in un fiato osmotico di cedro.

André Che Isse

André Che Isse 3 fiori di loto imparadisati sotto la luna

André Che Isse
”3 fiori di loto sacro imparadisati sotto la luna”
150x40cm
opera retroilluminata
gennaio 2016