IL TRAFFICANTE DI METEORITI EBRO

immagino un cerchio di sabbia nel deserto da cui guardare le stelle
lo stesso cerchio d’omo di lionardo lo stesso tondo dietro rembrandt

ci sono cuori che vengono da altre galassie come piccoli sassi dorati
hanno ali nel sangue e guardi da far crescere montagne dove prima c’era il mare

ma poi sui meli per ascoltare radiazioni cosmiche di fondo e gonne a pieghe blu!
i bottoni nel dorso come meteoriti di piacere e dita inzafardate di miele scalzo

amo vivere da impazzirne! ad ogni bosone che dà forma al secondo
avete mai pensato quanto si diverta il tempo a scivolarci di dosso?!

ma poi c’è qualcuno come mahler a costruire nubi dense come pianeti per camminarci
mille giri sulla Terra contando i pensieri e zangolandoli nell’otre ulisside del fiato ebro

va bè! ora mi distendo in un’idea da lanciare attraverso l’universo
chissà che non arrivi alla sua idea gemella per inventare il mondo

André Che Isse

LA METAFISICA FA IL GIRO DUE VOLTE SULLE GOTE

scivola dolce al guardo lunato l’aere muta che s’apre varco alle gote
così ammusata di sole da viversi tracannando strali di fuoco in fiato

l’amore fa il giro scalzo due volte sulle gote prima di cadervi in bocca
e quando ne alberghi vermiglio nasca prima stella sul sesso dell’iride

oh! se avessi le dita nel dorso dell’universo per timoneggiarne comete!
ma in fondo là dove cade il mare danzo la coda dell’ala tra le mie scapole chiomose

e allora quale positura magnifica serbi l’uomo che ne eiaculi le brame!
tanto che la luce dal sole al cuore sia più veloce dell’idea in cui nacque

io non so che toglierne il narrabile per rimanere di ginocchi allunati soltanto
come un eterno teatro barocco in cui si contrappunti l’entanglement alle gote

il primo giro dissenna la neve su talloni di dioniso che tracci il mondo ebro
mentre più caro al secondo sta il sesso dell’anima che segga troneggiandone sciente

André Che Isse