IL NARTECE DEL CUORE

posso abbottonarmi camicie come salissi sui draghi
pedalare nella pioggia di seta estiva serrata madido di foresta equatoriale
ma il mio tallone di luna danza l’ebbrezza di gigli d’albume

ho visto le tue braccia sottili salire le stelle come filidarianna
la luce del gesto più veloce del sole
e quel tuo sorriso gentileterno che fa gola alla mia transverberazione

così che la notte nereggi pettinando la tua chioma
così che la notte si perda le stelle nei tuoi occhi
tanto che nel pozzo dove cadono le lune sedimenti il rosso del cuore

posso bere a collo le nubi
cenare con proust a patate gialle di delft
ma mi fermo a guardarti

André Che Isse

CHAPERON PER NUBI

foriero nauta silente dietro l’universo
tesauriere aurorale di fiato increato

raccolgo albume di nubi in canestre caravaggesche
quanto giallo van gogh su piccoli muri proustiani di sole

eccomi nell’unico giorno che conosco,scalzo su pedali e guardo di nubi
la prima ruota inventata è la stessa con cui danzo la curva del braccio

sono di dioniso icario più di quanto lo furono gli dèi
perché chi pettina lena di nubi cura la chioma dell’essere

cos’è vivere se non capire come sorridono le nubi?!
seguirne la rotta come ruote in solchi di neve

senza perderne disegno né nero di china sull’albume
così che nudo auriga alberghi ebbro tra neutrini di gote

André Che Isse