DANZO IN MEZZO ALL’ETERNO

se distendo le braccia e riesco a stare tra due stelle senza toccarle

l’alma nel mezzo avrà lo stesso equilibrio dell’aria

non lasciando dietro sé se non riso eudemonico immoto

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solo il profilo del fiato in mezzo all’eterno

mille nubi d’albume lentissime

prima che tutto nascesse: solo poesia

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imbevvi l’Essere sol di pensier proprio

lo stesso da cui nacque!

un’entelechia per coltura d’idee in elettivo orto

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emozionale onfalo d’ipseità coassiale!

se tolgo il narrabile dal nastro di crono rimane l’eleganza del gesto che lo inventò

quando principio una danza è sempre il primo gesto del mondo

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André Che Isse

L’ENTELECHIA DELL’ESSERCI

arrovescio il giorno per raccogliere la nuca sull’erba

e capovolgo l’attimo per principiarlo ancora

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che la parola rotonda s’attagli alla curva dell’Essere!

così che il pensiero sia raccolto dal cuore di un drago

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allora equilibro l’ebbrezza al gesto da cui nacque il mondo

e tutta la poiesi transverbera l’Essere in mezzo all’Esserci

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è necessario trovare il tempo più liminale d’Essere, l’eterno a chilometro zero

conosco il disio al centro dell’atomo: il concubito di suità!

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se dal gomito ai diti nel miele è dima siderea superna

la misura eudemonica sarà pari la distanza d’alma dal fiato

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danzare ora è ostensorio dionisiaco

ove ormeggi nella mia curva del braccio l’archè delle idee

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André Che Isse