SOPRAFFATTO D’INCANTO

così come avrei potuto essere altrimenti da ciò che sono
ma non è stato
sono universo raccolto un passo dopo il nulla
un passo d’incantamento

là dove si contrappunta il silenzio con se stesso
sussurrato in fiato

così turbinato d’amore
da nascere il primo giorno del mondo
e ogni passo uno stupore più grande
come un solo d’ali implumi

eccomi a contare molecole come si farebbe per le stelle
ebro più di loro nel cuore

André Che Isse

SCALZO IN UNA ESTATE ETERNA

un uomo di fronte all’universo è di fronte al suo cuore
supino di tempo a braccia infinite

i pensieri passano dalla cruna d’iride su filidarianna d’amore
mentre ti mordo la nuca suggendoti il sesso

siamo nel punto di fuga tra l’increato e l’eterno
c’è da restarne immoti per sempre stupiti

se non avessi la tua coda nella mia chioma che mi pettina comete
dovrei unirmi agli dèi per inventare polveri prima del mondo

ma voglio ancorare dodici lune nel fiato per guardarti saltarle
e spingere nel dorso gli dèi per precipitarli lasciandoti regina

non so per quanto rimarrò ancora scalzo d’eterno
ma sarà sufficiente per disegnarti i talloni nei fiori

André Che Isse