LA CURVA D’ELISIO

seduto a scriba ocra conserto, ausculto polirsi d’acqua la curva su sasso

bizantismo a curvatura leggiadra per densità di pensiero immoto sull’ala

*

è quell’attimo prima dell’amore che gonfia la gota a luna vermiglia!

desiderare la luna è snudarsi l’anima al sole

*

ma cosa rimarrà tra le dita alla fine delle stelle?

l’odore di un giorno d’amore qualunque: l’ali di un guardo sciente

*

allora avvolsi i ginocchi con grazia come nubi ragnate ad angolo

quando più sia il desiderio che lo spazio

*

così curvai la notte con pensiero bizantino

abbottonando molecole di pane nel dorso

*

così tesi la fune senza vederne i capi dal principio di mondo al limine d’universo

che stando nel mezzo sospeso, l’alma ostenda ora il suo raggio eternale: dima gaudiosa!

*

André Che Isse

POZZI D’IRIDI

là dove cade il mare dioniso striscia le sue fragole da tasca
e io ne danzo la curva prima che svapori di neve

prima di essere coperto di sole dal suo riso immortale
un attimo prima della notte in cui i sogni hanno ancora bracci di fuoco

ma digredisco continuamente non posso farci nulla e mi piace perdermi di pensiero
all’alba d’idee staminali quando ancora senza nome aggallino d’albume

e sempre ancora mi piace nominare perché primo e ultimo di creare
dal nulla ci fu il mondo o solo perché lo chiamammo così ci fu sempre per noi?

amo la musica profonda come il silenzio lieve
le note la neve gli atomi muti e la luna

non si può che non essere eterni in un giorno qualunque!
altrimenti perché mai esonderei d’amore dall’iridi senza staccarne carbone dai fogli?!

André Che Isse