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L’OPPIO DEL CIELO
ogni volta che cado in cielo mi trapassa e in fiato mi nutre
nudo in seta di nube d’estate con bocca distesa di pioggia
ecco come principio la veglia delle stelle l’estasi del giorno
una passacaglia di risa ordite stupore a talloni ignudi dorati
ebro d’azzurro
monaco icario
guglia di sole
curva d’amore
c’è così tanto pensiero nei sogni da farne curve di lapislazzuli macinato
poi marinate con cura in oppio indiato d’arcione scalzo in erbario sciente
e solo allora la massa del guardo sarà pari alla sua eudemonia curvata
perché il cielo contiene solo curve ad arco d’ulisse per il dorso alato
André Che Isse
LA CURVA CHE IL SOLE MUOVE AGLI AMANTI
la pelle del pensiero è un bosco
e salire gli alberi per raccogliere lune è il suo talento
annodo il profumo dei fiori col filodarianna
e non c’è passo ch’io non sia aulito
oh quale incanto sussurrarti l’amore nel cavo nudo di nuca!
affogandoci la bocca perché tu possa vivere nella luna
ti pettino così lentamente che dal capo alla fine del dorso passa un giorno
l’eterno non ha mai lasciato la sua bocca dalle nostre conserte
ecco perché il cielo è attaccato alla terra anche se non so dire se nasca o atterri
così quanto le idee icarie alla pelle emozionale
e allora ho disegnato la curva che il sole muove agli amanti
e ha preso forma d’ala sul mio braccio d’arciere
André Che Isse